Mio padre si curvò verso di me sussurrandomi
all’orecchio: vedi quel signore seduto a suonare la sua tromba? Quello lì è
Nini Rosso! Il famoso musicista, suonerà
il “Silenzio”.. Avrò avuto 4 anni e
quella sera ci trovavamo nell’ottocentesca
villa comunale del mio paese, tra profumi di zagare, di gelsomino, di
fiori di glicine che mi stordivano. Era la festa della patrona, Santa Venera.
Attraverso un percorso tortuoso, passando tra la folla accorsa numerosa, poi scostando
i tavolini del bar, sotto le palme , i ficus, scansando le bouganvillee aggrappate alle ringhiere di
ferro , mio padre tenendomi per mano era riuscito ad arrivare dietro il palco
dove i musicisti accordavano gli strumenti. Avevo nell’altra mano un gelato,
fragola e panna, e mentre mi stordivo dell’odore di tutto quello che mi
circondava, il profumo di colonia, di zuppa inglese, del maraschino delle fette
di torte gelato, l’odore della birra, del tabacco, pensavo:- il silenzio, si può suonare?-.
La musica è
fatta di suoni e i suoni di vibrazioni. E il nostro cervello poi ne fa quello
che vuole. Questo l’ho capito qualche anno dopo ascoltando una sera da amici
gli Oregon, il suono dell’oboe di Paul Mac
Candless e, dietro, le tablas
di Collin Walcott e ancora Ralph Towner con il suo strano modo di suonare una dodici
corde con la sua particolare accordatura aperta, e tutto ciò sembrava arrivare
tanto lontano, forse un’isola, forse una cometa. Quella sera ascoltai anche una
cassetta di Miles Davis, “Nefertiti” da un lato e “Tribute To Jack Johnson" dall'altro. ”Fall “ suonata da Miles con Shorter, Herbie Hancock, Ron Carter, Tony Williams, , accendeva in me una miriade di suggestioni così come “ Nefertiti”, una struttura così semplice, un paio di frasi eseguite
dalla sezione fiati che si ripetevano in sequenza, dall’inizio alla fine del
brano, tempi dilatati, rarefatti, lontani dalla frenesia del be-bop. Era
attraverso queste maglie modali aperte che passavano eserciti di ricordi,
cluster di emozioni perse dentro qualche anfratto della mente, in attesa di
rielaborazione. E’ così. Certe sensazioni si ripropongono per loro necessità,
perché lo stupore, la sorpresa, la gioia, il dolore o qualsiasi altro agente
che le ha causate originariamente è stato molto intenso e repentino ed una sua
completa “etichettatura” non è stata possibile. Così ho capito che anche il silenzio può essere suonato, tra una nota e un’altra, una frase e l’altra e questo
spazio, quest’assenza indefinitamente momentanea agisce sull’emozione.
Il jazz o molto jazz per questa sua
aleatorietà apparente, per la complessità delle strutture armoniche si muove
più agevolmente nel sommerso, nel crepuscolo e predilige i fondi dei bicchieri
e i sotterranei. Non mi riferisco al jazz delle Big Band di Benny Goodman,
Duke Ellington, Count Basie, Stan Kenton,
Gil Evans e tanti altri, né ai grandi
solisti alcuni compositori e innovatori come Charlie Parker, John Coltrane, Dexter Gordon, Dizzy Gillespie, Clifford Brown, Miles Davis, Chet Baker,Charlie Mingus,
Dexter Gordon, Bill Evans o quelli che li hanno succeduti. Mi riferisco a quella miriade di formazioni
che si esibiscono e si sono esibite in festival, concerti e manifestazioni di
vario genere nei night o nelle cantine le cui performance hanno tratto la loro
linfa vitale dall’ improvvisazione. Riepilogando,
accanto ad un sommerso filologico determinato dalla ricerca di vecchie incisioni,
vinili con etichette Blue Note, Impulse, Verve, ECM, ed altre oppure di riprese
video, per la gioia di coloro che amano ascoltare lo stesso brano eseguito da
formazioni, musicisti o addirittura da session
in date diverse, esiste un sommerso
personale che coinvolge la nostra esistenza
e occupa le zone più profonde del nostro inconscio. Io e i membri della mia
spedizione ci muoveremo seguendo questi sentieri non battuti, non conosciuti ,
non segnati sulle mappe ufficiali ma che figurano nelle mappe della memoria e
appariranno, come ologrammi stregati,
evocati da uno schiocco di dita, da una nota di sax, dal guizzo di un
delfino che emerge e si rituffa in acqua.
Immagine by Hyde |
"Il
mondo e' un costrutto delle nostre sensazioni, delle nostre percezioni e dei
nostri ricordi. Conviene considerarlo come un'entita' che esiste oggettivamente
per proprio conto. Ma certamente esso non diventa evidente solo per il fatto di
esistere. Il processo di manifestazione del mondo dipende da eventi molto
speciali,che accadono proprio in certe parti molto speciali di questo mondo,
ovvero da certi eventi che accadono in un cervello. (..)”. [E.Schrodinger
(1958), Mind and Matter, Cambridge University Press, Cambridge].
Il prossimo post sarà dedicato a "VISIONI E PERCORSI" insieme ad una prima discografia.
MILES DAVIS - FALL
Il prossimo post sarà dedicato a "VISIONI E PERCORSI" insieme ad una prima discografia.
20 commenti:
Mamma mia, che gran bel pezzo.
Mi rendo conto di saperne poco e di ascoltarne sempre troppo poco...
Moz-
Da leggere in rigoroso silenzio,
per poi mettere un Album di Miles sul piatto...
Bellissimo.
Magar
@ Massimiliano Manocchia:
Grazie, detto da te fa molto piacere!
@ Miki Moz:
D'altra parte si ascolta la musica che piace, o che in qualche modo colpisce.Ci sono generi musicali che prorio non riesco a mandare giù.Me ne sono fatto una ragione.Ciao, Moz.
@ Magar:
Sono contento che ti piaccia, un complimento da un intenditore è molto gradito. Grazie caro amico.
Hai scritto un post stupendo. Quel bambino che. stordito dai profumi, col suo gelato in mano, si chiede come sia possibile suonare il silenzio, è una figura tenera e commovente.
Altrettanto entusiasmante è quello che dici a proposito dei gruppi sommersi e del "sommerso personale". Considerazioni più che condivisibili.
@ Ambra:
Grazie per il tuo apprezzamento, gentile come al solito.Non ho molti ricordi, ma quelli mi sono rimasti, li tengo ben stretti.Un abbraccio.
Scusa la mia brutale realpolitik, ma le immagini le possiamo riutilizzare per il progetto?
@ Evil:
Cerrto, le immagini sono nate con riferimento al progetto!!
Grande post mio caro, dove tutte le sensazioni dalle più piccole, vedi il gelato di panna e fragole alle emozioni più grandi, come l'ondata emotiva che la musica ti produce, sono superbamente espresse.
Sono troppo ignorante e indietro per apprezzare a fondo la musica jazz, pur avendola ascoltata, e cercando disperatamente che mi entrasse nelle vene...
Sono ancora molto indietro..chissà un domani..se ci sarà..
Bacio speciale!
"Il silenzio, si può suonare?"
Grande, gustosissimo pezzo, caro amico, nobilitato da questa infantile geniale domanda, così spiazzante, così bella, così... corradinesca? :)
Un abbraccio.
@ Nella:
Cara amica, quando le sensazioni sono molto intense si fa meno fatica ad esprimerle. Grazie per le belle e gentili parole.Per ascoltare il jazz con la tua preparazione e con la tua sensibilità musicale non avresti difficoltà.Inizia da Billie Holiday, oppure Stan Getz con Jobim: è bella musica che ti accompagna durante la giornata...
@ Zio Scriba:
Il tuo parere per me è fondamentale, per cui il tuo gentile apprezzamento mi fa molto piacere. Grazie!Si, Corradino è la nostra parte migliore, e ogni tanto lo penso.Vi voglio bene entrambi.
mi inchino...
@ Ernest:
Così ci metti in imbarazzo..
Gentilissimo, grazie!!
Grandioso!
Scusa il ritardo ma non ritrovavo più la testa...
@ Ant:
Grazie, figurati ritardo di cosa? E io allora? Mi fa piacere vederti da queste parti che sto bazzicando un pò di meno in questi giorni. A presto comunque..
Connubio parole e immagini e musica da urlo ....uhhhhhhh.
@ Alligatore:
Grazieeeee, sei gentile!
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