cassetti confusi

cassetti confusi

giovedì 27 marzo 2014

CASSETTE CONFUSE N°8 - JONI MITCHELL - DOG EAT DOG





Joni Mitchell - Dog Eat Dog (SIDE ONE)

Risale al 1985 questo 'DOG EAT DOG' di Joni. Comprai la cassetta nel 1986. Non era un momento di felice ispirazione per la cantante che aveva pubblicato l'album precedente, Wild Thing Run Fast, nell'82, ( ben tre anni prima).Quell'anno avrebbe inciso un brano con Peter Gabriel, My Secret Place, che avrebbe fatto parte dell'album successivo pubblicato nel 1988( ben tre anni dopo).Uno degli album meno riusciti della mia musicista preferita, al quale però sono rimasto molto legato. Per solidarietà. Anch'io attraversavo un periodo in salita. Ricordo che avevo inciso una cassetta da 90 ' (45+45) min. con gli enunciati dei teoremi  di Analisi Matematica I, che ascoltavo tutti i pomeriggi sdraiato sul letto. Ero convinto di autoindurmi in uno stato alfa e che in quello stato mentale apprendessi meglio.In realtà mi spingevo molto più avanti e mi addormentavo profondamente e al risveglio, non ricordavo assolutamente niente!..
Ascoltavo spesso Dog Eat Dog:

Terra di decisioni affrettate
Terra di brevi tempi di attenzione
Nulla si assapora
Abbastanza a lungo per capire veramente
In ogni cultura in declino
I più attenti tra gli schiavi
Sapere tutto ciò che è genuino sarà
Disprezzato e truffato e gettato via

Cane mangia cane

Persone in cerca , vedendo nulla
Cane mangia cane
Persone di ascolto , non sentire nulla
Cane mangia cane
Persone in cerca di un'atmosfera , amorevoli nulla
Cane mangia cane
Persone carezze , toccando nulla
Cane mangia cane
non sapendo nulla
Cane mangia cane

"Quella sera avevamo invitato Bob a cena. Suonò il citofono: "sono io!" dalla voce alterata e dal canticchiare e fischiettare nervoso che accompagnava il rumore dei suoi passi salendo le scale, capimmo che genere di serata avremmo passato. Aprii la porta, entrò, salutò sorridendo forzatamente, sedemmo a tavola, bevemmo l'aperitivo, lui non bevve, scambiammo le solite chiacchere, mentre con la sorella ci lanciavamo rapide, preoccupate, occhiate d'intesa. Nel momento in cui si allontanò da tavola, entrò in bagno, si chiuse a chiave e non lo sentimmo più per un pezzo. E intanto si discuteva se fargli prendere un tranquillante. Forse sarebbe stato il caso...La musica era ad alto volume, e per un pò  ci impedì di capire cosa stava succedendo.In un attimo quel matto aveva aperto tutti i rubinetti di tutti i sanitari, aveva smontato le manopole, buttandole dentro la vasca da bagno, riempita oltre che di acqua ormai straboccante dall'orlo anche di grandi quantità di carta igienica in modo da renderne arduo il recupero. Mi aveva allagato la casa.Fra l'altro aveva distrutto l'appartamento in cui abitava qualche giorno prima."Voglio creare il brodo primordiale". Distrutto...Aspettammo seduti sul pavimento giocando a carte galleggianti sull'acqua, l'arrivo di vigili, ambulanza, carabinieri, chiamati dai condomini preoccupati per la massa d'acqua che scendeva giù dal balcone.. "
[Mr Hyde's tales]



Joni Mitchell - Dog Eat Dog (SIDE TWO) tr.1,2,3,4







Joni Mitchell - Dog Eat Dog (SIDE TWO) tr.5



SIDE ONE
1) Good Friend
2) Fiction
3) The Three Great Stimulants
4) Tax Free
5) Smokin'(Empty , Try Another)

SIDE TWO
1) Dog Eat Dog
2) Shiny Toys
3) Ethiopia
4) Impossible Dreamer
5) Lucky Girl


lunedì 24 marzo 2014

70 ANNI DALLE FOSSE ARDEATINE

TANTO PER NON DIMENTICARE QUESTO,  TUTTI GLI ALTRI EVENTI SIMILI  E I SUOI ARTEFICI...
















Hot Tuna - Water Song

martedì 18 marzo 2014

"2 FILM 2": IL CINE VINTAGE DI MAGAR


by Mr. Hyde


Con un biglietto ti  godevi” 2 films 2”.Con un pacchetto di sigarette ed un cartoccio di semi di zucca misti ad arachidi ci passavamo interi pomeriggi.Che bellezza!! Ricordo anche i"Dracula contro Frankstein" o “contro Il lupo mannaro” i films con Elvis Presley o con Totò o Franco Franchi e Ciccio Ingrassia..Potrei citare migliaia di esempi, ma, a questo punto, penso sia più opportuno fare spazio a Magar, cui ho chiesto di curare nel mio blog una rubrica che riguardasse quell’universo cosi ricco di sogni ed emozioni. Magar fornirà il materiale e le competenze, io curerò la parte grafica,e... mi va di lusso!!  
Mr. Hyde



Quando ero molto giovane, speso mi capitava di passare il pomeriggio in uno di quei cinema (allora di terza visione) dove con il modico prezzo di un biglietto, assistevi a due spettacoli. E spesso erano appunto un western ed un peplum (un genere di film storici in costume. In onore a quella consuetudine propongo:
1) Il colosso di Rodi
2) Il ritorno di Ringo



IL COLOSSO DI RODI




Un film di Sergio Leone. Con Rory Calhoun, Lea Massari, Georges Marchal, Carlo Tamberlani, Mimmo Palmara, Angel Aranda, Antonio Casas, Conrado Sanmartin, Roberto Camardiel, Georges Rigaud, Ignazio Dolce, Mabel Karr, George Rigaud, Alf Randal, Arturo Cabré, Nello Pazzafini, Félix Fernández, Ángel Menéndez, Rafael Hernández, Alfio Caltabiano, Norman Rose, John Larvor, Yann Larvor, José María Vilches, Fernando Calzado Storico, durata 127' min. - Italia 1961.








IL FILM 


*******



IL RITORNO DI RINGO





Un film di Duccio Tessari. Con Giuliano Gemma, Fernando Sancho, Hally Hammond, Antonio Casas, Nieves Navarro, George Martin Western, durata 95' min. - Italia 1965




Il film inizialmente aveva un altro nome ed era stato girato prima di Una pistola per Ringo, ma non uscì immediatamente. Visto il successo ottenuto ai botteghini di Una pistola per Ringo decisero di chiamare questo film Il ritorno di Ringo anche se le storie non avevano elementi in comune.

« La guerra di secessione che ha dilaniato gli Stati Uniti è terminata da due mesi... La sopraffazione, l'odio e la vendetta dominano incontrastati durante questo delicato periodo... trovando il terreno più fertile nelle zone di frontiera dove nessuno è più in grado di far rispettare la legge... »
(Prefazione del film)
In questo scenario, Montgomery Brown, detto Ringo (Giuliano Gemma) torna a casa dopo aver combattuto per l'esercito unionista nella guerra. Subito si accorge però che le cose non sono più quelle di una volta: due banditi infatti tiranneggiano da tempo la città. In passato chi si è opposto alla loro prepotenza è stato ucciso, come il padre di Ringo.
« Morte di mal di cuore hanno detto, ma il cuore fa sempre male, quando ci si pianta un proiettile nel mezzo! »
(Miosotis, riguardo alla morte del padre di Ringo)
Inoltre, uno dei banditi ha rapito la moglie di Ringo (Lorella De Luca) e la tiene vicino a se minacciandone costantemente la figlia, ancora piccola.
Per cercare un modo di risollevare la situazione, Ringo si fa crescere la barba e si tinge i capelli di colore castano, in modo da non essere riconoscibile ai più. Ma uno dei banditi, stanco di aspettare, paga un militare per fingere la morte di Ringo in guerra, obbligando la moglie così a cedere ai suoi ricatti, e a risposarsi, non avendo più nessuna speranza a cui appigliarsi. Questo obbliga Ringo a stringere i tempi, ma a causa di una ferita alla mano non può ancora fare tutto da solo. Per questo organizza una vera e propria sommossa popolare, entra nel covo dei banditi e fa una carneficina, liberando sua moglie, sua figlia e tutto il paese, dal giogo dei banditi.

Il film trova evidente ispirazione nel ritorno di Ulisse come descritto nell'Odissea di Omero:
Il protagonista torna dalla guerra.
Trova sua moglie che lo attende speranzosa, ma con un pretendente impaziente.
Inizialmente si camuffa per non essere riconosciuto.
Grazie a pochi amici fidati a cui rivela le sue vere intenzioni riesce a ristabilire l'ordine originario delle cose attraverso l'uso della violenza.

 MAGAR











giovedì 13 marzo 2014

OUT OF BLUE - SULLE TRACCE DI ULISSE (BENVENUTI AL SUD)



Illustrazione by Mr. Hyde

Naviganti raminghi tra Mediterraneo e Mali.
Imbarchiamo un altro naufrago, e non potevamo farne a meno: Bart, autore di Viaggiatori nella Notte e curatore del blog Dustyroad. Amico – virtuale, ma molto meno di altri in cane ed ossa – di vecchia data.
Attenzione: qui non è luogo di elogi ad Eric Clapton o elegie per B.B. King; qui sono banditi l’accademismo e lo storicismo.

Contributi di:





immagine di copertina a cura di Mr. Hyde

***

Bart: Il blues è refrattario come gli anarchici.
Nella scrittura, duri e puri, lo sono stati Cèline, Bukowski.
Nella musica, Captain Beefheart è quello che, tramite la ruvidità del blues, ha mostrato al mondo il suo delirio interiore. Per questi artisti potete usare qualunque aggettivo, insolenti, provocatori, eccessivi, geniali, vedrete che gli calzerà a pennello.
Il blues è l’uomo nella sua reale miseria. Qualunque essa sia.
È la sua reazione a quello stato che non sopporta più, che genera il blues. Il blues non è la lista della spesa, i buoni o i cattivi, il bianco o il nero. Il blues è la desolazione senza sbocco, il sapere che nessuno oltre te, può fare qualcosa per la propria esistenza. Per questo il blues non è di sinistra. Come invece hanno cercato di farci intendere i critici musicali di quell’area politica, mettendone in risalto solo la condizione sociale, da cui scaturiva. Il blues si è sempre abbeverato nella disperazione, nel pessimismo. Il blues è abdicazione al potere. Il blues non è rivoltoso. Chi lo ha pensato si è sbagliato di grosso. Un tempo ho fatto anch’io questo errore. Può arrivare da qualunque parte, il blues. Ma chi lo canta ha bisogno di cose materiali, ha bisogni veri. Perché è in quel momento che ha cessato di essere rispettabile all’occhio del mondo. Il blues del Delta è musica pura, di uomini puri, che ancora non si sono massificati, perché suonavano se stessi. A quel tempo il blues era tutto istinto. E l’istinto è poesia. Almeno per quanto mi riguarda. Poi il blues come ogni cosa che cammina, è diventato qualcos’altro. Ma non sta a me giudicare.
Safe As Milk, ha dentro di se quella purezza primordiale.

E.M.: Cosa c’è veramente di primordiale nel blues?
Ripenso ad Ulisse, a Schwingungen degli Ash RaTempel; e ad una riga scrittami da Mr. Hyde per mail “Mi sono lasciato suggestionare da Omero e dai contenuti 'blues' dell'Odissea, il girovagare, le donne, il vino e il loto”.
A suo tempo scrissi qualcosa sul disco degli Ash RaTempel:
“Quando la melodia getta finalmente l'ancora, i naufraghi del cosmo trovano la loro casa. Una voce suadente, fascinosa, carezzevole; che non è più il subdolo canto della Canzone delle Sirene di Buckley, ma la melodia che Odisseo udì appena poggiato il piede sulla spiaggia sassosa di Itaca.
Il canto di casa.”
Empatia?
Allora, quanto è “blues” questa Odissea? C’è il vagabondare: con una meta, ma senza una strada. C’è una donna da ritrovare, che lungo il percorso però viene tradita, perché le circostanze sono forti e la carne eternamente debole. C’è il vino, c’è l’oblio, i compagni di viaggio.
Eppure faccio un’enorme fatica ad associare in qualche modo la mitologia classica alla mitologia blues, che affonda le radici in un passato molto più prossimo e in un territorio che tutt’al più può essere quello del bacino del Congo, piuttosto che del Mediterraneo.
Non è la “primordialità” di Odisseo la stessa del blues, con buona pace di Tales Of Brave Ulysses dei Cream, una minima coincidenza puramente accidentale.
Forse è primordiale per tecnologia (o non tecnologia), anzi forse è quel suo essere intrinsecamente anti tecnologico.
O magari è primordiale nella voce, nella forma più che nei contenuti, nell’espressione, nel lessico con la sua fissità da fossile vivente.
O forse abbiamo solo scelto l’Ulisse sbagliato.(Massi gradirà questo assist…)
E poi c’è una cosa che vorrei sapere da Bart: è possibile un blues svincolato dal “sud”?
Di qualunque “sud” si tratti: geografico, politico, sociale. Dovunque si trovi.
South Side Blues Jam di Junior Wells suonerebbe altrettanto bene come North Side Blues Jam?
Il profondo “sud del Sud dei santi”.
E’ lì che nasce tutto, anche nella nostra piccola penisola?

Bart: Il blues ha tempi lenti, dilatati. A dispetto dei suoi esecutori, si muove poco è pigro, sonnecchia svogliato di fronte alla palude, o al grande fiume, o scrutando il mare. È nelle corde di chi nasce, dimenticato dal mondo nei luoghi dove il tempo sembra non esistere, dove tutto viene rimandato a dopo, dove non c’è molto da fare, che il blues è nato. Nella polvere del sud, nelle comunità rurali della gente di colore. Il nord è solo la terra promessa. Dove c’è lavoro pagato per tutti (una volta)…
Il blues è nato nei campi di cotone dove si lavorava duro e il padrone non pagava”. (Sonny Terry)
Il blues per come lo sento nella mia anima, resta ancorato ai paesaggi, ai colori, alle sensazioni, che solo il sud possiede. Poi è possibile anche un blues fuori da quei luoghi. Certo che è possibile. Ma suona in un altro modo. E’ un'altra cosa.  Vlad la scorsa volta ha fatto la differenziazione tra quello che per lui è blues, è quello che non lo è. Parlava in prevalenza di bianchi, se non erro. Ma chi è più blues tra: Blind Willie Mctell, e Sleepy John Estes?
Il blues del delta è musica ostica ,difficile da digerire, non è adatta al mercato radiofonico. Non tutti hanno la pazienza di ascoltare quei suoni sghembi, ossessivi, che non seguono alcun tempo,e vanno a ruota libera. Quando si parla di blues, si parla sempre del blues elettrico, per giunta fatto dai bianchi. Ma quella è la Musica Blues. Non è il Blues. Il blues tradizionale non si può trascrivere, è strano, dopo tre pezzi ti rompi i coglioni. Certo se non c’erano i musicisti bianchi, anche Robert Johnson non sarebbe diventato una leggenda. Ma quanti fruitori di musica hanno davvero ascoltato Robert Johnson? Il blues tradizionale è quello meno conosciuto, il più declassato.
Per questo è nato Dustyroad. Scrivo i miei racconti con la speranza che chi legge, si possa innamorare di quei pezzenti, e andare anche per un solo attimo ad ascoltarli. Il mio compito è questo. In nome del Blues. Del sud.

Massi: Eccome se gradisco l’assist, caro Evil. Vorrei prima però soffermarmi su un’affermazione di Bart che trovo tanto sorprendente quanto vera: “[…] il blues non è di sinistra.” Sorprendente perché va senza dubbio contro corrente rispetto alla convenzione (o luogo comune) che vorrebbe la cultura appannaggio della sinistra; vera perché se oggi, nel 2014, siamo ancora qui a parlare di blues - e non, ad esempio, di ragtime o di twist - la ragione va forse ricercata proprio in quel suo non essere ideologico che lo rende universale: pur mutando, o meglio, proprio in virtù della sua capacità di mutare, il blues va nutrendosi della propria continuità, della propria “adattabilità” al momento, ben lontano dalle banalizzazioni modaiole del carpe diem o da certo “compassionismo” estetico, tanto in voga in una società come la nostra dove il politically correct è ancora d’obbligo. Il bluesman – il vero bluesman, intendo – se ne fotte del politically correct e se ne fotte anche della legge. Cito ancora Bart: “Il blues è l’uomo nella sua reale miseria. Qualunque essa sia.”
Ed è qui che raccolgo l’assist fornitomi da Evil per spostarmi su un terreno che mi è caro tanto quanto quello della musica: la letteratura.
Splendide le suggestioni omeriche di Mr. Hyde, e forse il collegamento tra “mitologia classica” e “mitologia blues” potrebbe trovarsi in quello che ritengo essere il libro più importante del Novecento e che delle peregrinazioni di Ulisse dà una lettura parodistica, ricostruendo in chiave modernista l’intera epopea omerica. Una delle innumerevoli chiavi di lettura di Ulysses è il neanche troppo velato sberleffo al vittoriano “eccesso di civiltà.” Mr Bloom è un outsider, è l’eroe moderno colto “nella sua reale miseria.” Umana, aggiungo io. Joyce recupera un mito classico (quello, appunto, di Ulisse), ne decostruisce l’ellenicità e lo trasforma - parodiando un altro mito, quello dell’ebreo errante - nell’eroe moderno. Lo sottopone a continue umiliazioni, sfide e derisioni; lo colloca in situazioni complicate e fastidiose; ce lo mostra nei suoi momenti più vulnerabili, umani, ordinari (mentre defeca leggendo il giornale, ad esempio) e ci regala il flusso costante dei suoi pensieri, guidati dal bordone di una malinconia incessante e, a tratti, dolcissima. Come il suo creatore, ebreo di origini ungheresi in terra d’Irlanda, Mr Bloom è un esiliato in patria. I continui richiami alla fascinazione per l’oriente nei suoi monologhi hanno la stessa profondissima essenza delle “lamentazioni” del delta del Mississippi.
Costretto a soffrire il trauma emotivo e psicologico del tradimento della moglie, dell’antisemitismo, di un’esistenza vissuta ai margini della società, Mr Bloom sostituisce lo stoicismo greco con l’umana imperfezione. Joyce ne dettaglia le più banali attività quotidiane e mette in evidenza, talvolta con tocco di compiaciuto feticismo, peccati e tabù dell’essere umano: defecazione, minzione, golosità, masturbazione, voyeurismo, alcolismo, sadomasochismo, ecc.
Se – in aggiunta a quanto teorizzato nelle precedenti conversazioni – il blues è anche uno stato d’animo, allora Mr. Bloom è uno dei personaggi più blues di sempre.
Non credo sia possibile un blues “svincolato dal sud,” se per “sud” intendiamo i confini connotativi tracciati in precedenza da Vlad, e condivido l’acutissima distinzione di Bart tra “blues” e “musica blues” (bellissimo tema, peraltro, da sviluppare); tuttavia un blues iperboreo è possibile, ma sarà sempre derivativo, e gli Ash Ra Tempel sono lì a dimostrarlo.
Alla stregua dell’apprendista che, all’inizio del suo percorso iniziatico, viene posto davanti al bivio tra “via umida” e “via secca”, Il blues(man) rappresenta l’eterno dubbio dell’uomo che non ha ancora deciso se seguire il “canto di casa” o lasciarsi avvolgere nel dolce oblio del “canto delle sirene.”

Vlad: il blues non è di sinistra. Bene. Il blues non è rivoltoso, non è di sinistra. Non è attivo. Son d’accordo: infatti appartiene a chi ha già perso. Come ho già detto: si cerca di riguadagnare la propria patria (la propria cultura) nelle terre del vincitore; spesso con gli strumenti stessi del vincitore. I canti di guerra non sono blues; le trombe dell’attacco di cavalleria nemmeno; gli inni di vittoria neanche. Al blues appartiene la sconfitta, inevitabile. In un certo senso: il blues si crogiola nella sconfitta e nell’elegia; non gli è indifferente, tuttavia, lo sberleffo per il vincitore.
Blues e sud. Nei limiti tracciati sopra: se al blues appartiene la sconfitta, per Sud occorre intendere gli sconfitti, gli esiliati, gli immigrati, i senza patria. I nordici emigrati a Pittsburgh avevano i loro canti di lavoro blues: erano Sud anch’essi. Andrew Kurely (operaio slovacco immigrato autore di American land) è Sud e blues; i Blues Brothers no. Andrew Kurely, come Robert Johnson, è blues; i Blues Brothers fanno musica blues.
Odisseo. Ulisse alla corte di Circe o di Nausicaa ha improvvisato sicuramente canti blues. Ne ho la certezza. Appena rientrato a Itaca avrà deposto l’elegia e cantato un inno di guerra: era a casa, infatti.
I Greci, distrutti dall’economia di rapina, esiliati in patria, suoneranno blues. Presto intoneremo blues anche noi.
A margine di Odisseo. C’è un libercolo interessante in giro: Felice Vinci, Omero nel Baltico. Più che un libro è una affascinante congettura. In esso l’autore ipotizza che l’Iliade e l’Odissea fossero originariamente ambientate nella regione baltica (Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia) e quindi, dopo la migrazione dei popoli nordici verso il Sud (lungo le direttrici dei fiumi russi), riadattate al contesto mediterraneo. Omero sarebbe, perciò, un bluesman situato a Sud che rimpiange elegiacamente il Nord; e in tal caso il Nord sarebbe davvero un Sud.
Una proposta: considerare il blues come l’elegia cantata dei poveri, dei diseredati, dei senza patria, dei nostalgici. Dei sudisti dell’anima.


PLAYLIST

Captain Beefheart & His Magic Band - Safe as Milk (1967)
Cream - Tales of Brave Ulysses
da: Disraeli Gears (1967)

Junior Wells - South Side Blues Jam (1970)

domenica 9 marzo 2014

PREMIO LIEBSTER AWARD A CASSETTI CONFUSI!

Premio Liebster Award



God Bless The Child - Blood,Sweat & Tears


Finalmente qualcuno ha pensato di premiare CASSETTI CONFUSI, scelto dalla gentile Robbin,che ringrazio, insieme ad altri nove per un totale di 10 eletti, allo scopo di farli conoscere meglio ed aumentare il numero dei followers. Chi riceve il premio può seguire questi passaggi:

1. Ringraziare il blogger che ti ha nominato;
2. Rispondere alle dieci domande
3. Nominare altri dieci blog con meno di 200 followers;
4. Proporre dieci domande a cui devono rispondere;
5. Comunicare la "nomina" ai blogger prescelti.


Rispondo alle 10 domande proposte da Robbin:

1) Hai una mania o un'ossessione particolare da raccontare?
Si, quella di conservare le cose più stupide (oggetti, fogli scarabocchiati, penne che non scrivono,vecchie cassette da registratore a nastro e mille altre inutilità-utili ) non sono tuttavia un compulsivo.

2) Cosa non dovrebbe mancare mai nel vostro frigorifero o nelle vostre dispense?
Affettati in frigo - Ciccolato a blocchi o Nutella in dispensa.E vino in cantina.

3) Qual è l'inestetismo che ritenete in assoluto più sgradevole del vostro corpo o viso?
Non ho di questi problemi, mi ritengo un bel bocconcino. (ahaha..)

4) Quale potrebbe essere un posto insolito o impopolare (magari una nazione dove è in corso una guerra) che vorreste visitare? 
Scherzi? Non mi sposto da questa sedia neanche a peso d'oro.Ma si, l'Ade. 

5) Di quale personaggio famoso (esistito realmente o di fantasia) potreste essere la reincarnazione?
Alan Ford
Perchè?
 Sfiga e Miseria

6) Qual è il vostro sogno adolescenziale di sempre?
I sogni mi rifuggono, hanno paura del vuoto del mio cervello

7) Se la vostra vita fosse un film, una serie tv, un libro, una poesia o un fumetto quale sarebbe?
Brutti,Sporchi e Cattivi di Ettore Scola 
Perchè? 
Eh, non sono più dieci domande, non rispondo..

8) Qual è la promessa più importante che avete fatto? 
Tutte! (assolutamente non mantenute..)

9) Qual è il segreto più grande che avete dovuto mantenere?
Nun sacciu, nun vitti, nun 'nitsi,..nun tu dicu!

10) Come miglioreresti il mio blog?
Lo chiuder..  No, scherzo, dai. Fai delle belle illustrazioni, lo stile è originale per cui  ne potresti fare maggiore uso per personalizzare la parte grafica.


Ecco i blog da me prescelti  in ordine alfabetico:


Non prendetelo come un obbligo, siete liberi o meno di stare al gioco!!


Ah, dimenticavo le mie domande:



1) E’ più “reale” il web o quello che ti succede tutti i giorni?

2) Se si potesse essere un indiano, subito pronto, sul cavallo in corsa, obliquo nell'aria, continuamente fremendo su suolo fremente, sino a lasciare gli speroni, perchè non ci sono speroni, sino a gettare le redini, perchè non ci sono redini e appena si vede la terra di fronte a sè, come una landa rasata, già senza collo nè testa di cavallo. 
Suggerisci una domanda

3) Credi che si ascolterà musica, si vedranno film, si leggeranno romanzi ancora per molto tempo?

4) Quanto ha migliorato la qualità della vita la tecnologia dell’ ultimo, diciamo, ventennio?

5) L’uso dei droni e di altre diavolerie di questo genere ti fa sentire sicuro e protetto?

6) Quando ero bambino il dottor Raush mi aveva mostrato un certo affetto, ma dal giorno in cui mi presentai a lui con lo scolo perse ogni fiducia in me ed ogni volta che mettevo il capo nel suo studio, faceva la faccia schifata.
(non è necessario rispondere)

7) Nell'Amore c'è chi fugge e c'è chi insegue hai mai pensato ai vantaggi dello stare fermi ?

8) Ti è passata la voglia di comunicare con le persone dal vivo?

9) Non hai la sensazione di esserti distratto, negli ultimi, diciamo, cinque anni? Cosa è succeso nel frattempo?

10) "Non hai più ciò che hai perso e perciò hai ciò che non hai perso. Ma non hai perso le corna, dunque sei cornuto!"Non lo   dico io: è uno dei sofismi della scuola di Gorgia e Pitagora.

circa V sec. a.C

N.B. Le frasi in corsivo sono tratte da: 2) Kafka - Racconti. ; 6) Henry Miller - Tropico del Capricorno; 10) Il Pensiero Scientifico - Ludovico Geymonat.

BUON PROSEGUIMENTO!

NULLA VIETA, ANZI MI FA PIACERE,  SE QUALCUNO VUOLE ESPRIMERE LA SUA OPINIONE  SUI PUNTI 1-10...

mercoledì 5 marzo 2014

CARLOS SANTANA E JOHN MCLAUGHLIN - LOVE DEVOTION SURRENDER

Comunicazione di servizio per gli appassionati di jazz e rock: su La Scighera troverete la versione CD di LOVE DEVOTION SURRENDER. Su gentile invito di Magar ho scritto qualche riga su quest'album. Per tutti quelli che vogliono saperne di più..



martedì 4 marzo 2014

UN RICORDO

Pubblico una foto che mi riporta indietro di un bel pò di anni, scattata a Salsomaggiore, in un momento davvero indimenticabile della mia vita. Siamo i fratelli più piccoli e la nostra mamma. Mamma che ci ha lasciato tre anni fa in questo 4 marzo. Questo è uno dei tanti bei ricordi che mi ha lasciato. Aggiungo una canzone che le avrebbe potuto dedicare mio papà..




Los Panchos - Historia de un amor